IL TRAUMA TRA IL MONDO-CHE-C’E’ E L’ISOLA-CHE-NON-C’E’
Nella biografia di sua madre, che scrisse a 26 anni, Margaret Ogilvy (Barrie 1896), c’è la prova terribile della sua mancata crescita. “Mia madre stava sempre a letto con accanto il vestitino da battesimo, io mi affacciavo alla porta e poi mi ritiravo sulle scale a piangere. Non so se fu il primo giorno o molti giorni dopo che venne da me mia sorella e mi disse, torcendosi le mani dall’ansia, di entrare in camera e dire a mia madre che aveva ancora un bambino. Allora entrai, tutto eccitato, ma la stanza era buia (…) Forse ansimavo, o forse piangevo, perché dopo un pò sentii una voce, debole come mai l’avevo sentita prima, dire: ‘Sei tu?’. Quel tono, credo, mi faceva male, perché non risposi, e poi la voce disse ancora, più ansiosa, ‘Sei tu?’”. Io pensavo che stesse parlando a mio fratello morto, perché dissi con una vocina spaurita: ‘No, non è lui, sono solo io’. Poi sentii un grido, e mia madre si girò nel letto, e sebbene facesse buio sapevo che stava tendendo le braccia”.
Barrie, da bambino, teneva su un foglietto il conto delle risate di sua madre, aveva l’ansia di rallegrarla, diceva sempre, speranzoso: “Ti fa ridere, mamma?”. Ma il giorno in cui David morì presumibilmente fu lo stesso in cui anche James scelse di morire finendo per partorire mentalmente una creatura mortifera, colui che avrebbe voluto fermare la Vita come Evoluzione. Rischiò l’invisibilità e visse una dimensione tragica di creatura di mezzo, incastrato tra realtà e fantasia.
James Matthew Barrie nacque in Scozia e fu l’ultimo di 10 figli, il più piccolo, il più gracile e il più basso di tutti. Lo chiamavano Jemie e visse silenzioso all’ombra dei fratelli. In età adulta non superò il metro e cinquanta.
Così Barrie si lasciò ispirare da tre bambini, George, Michael e Peter, orfani di padre e figli di una giovane vedova Sylvia Davies. Con loro trascorse molto tempo nei Giardini Kensington dove amava passeggiare con il suo cane San Bernardo, intrattenendoli con le sue buffonerie inventando storie di pirati fino a essere chiamato zio Jim e destare sospetti di un desiderio pedofilo. Alla fine li adottò. E nel frattempo trascurò il suo matrimonio con l’attrice teatrale Mary Ansell da cui divorziò dopo pochi anni per non averlo consumato.
Lo scrittore DH Lawrence disse: “James Barrie ha un tocco fatale per coloro che ama: muoiono”. Di fatti, oltre ai genitori che defunsero ben presto di cancro, il destino di questi bambini fu particolarmente crudele. George morì a soli 21 anni in guerra con un proiettile in testa. Michael si uccise, anche lui a 21 anni, gettandosi in un fiume con il suo amato presumibilmente a causa della sua omosessualità. Jack dopo aver sofferto a lungo di depressione morì per una malattia ai polmoni e Peter si uccise, all’età di 63 anni, gettandosi sotto un treno, ossessionato dalla sua identificazione con Peter Pan. Si disse che si suicidò dopo aver bruciato le lettere che Barrie scrisse ai fratelli Davies. Solo Nicolas, il più piccolo, può dirsi di essere sfuggito a quella maledizione. In seguito smentì la possibilità di comportamenti molesti da parte dello scrittore.
Oggi Barrie rischia di essere considerato un vero e proprio ladro di bambini. Lo scrittore Dudgeon sostiene che il drammaturgo scozzese falsificò il testamento pur di ottenere la custodia dei ragazzi. Barrie usava scattare foto ai ragazzi, con costumi teatrali o nudi.
Nel romanzo The little white bird (Barrie1902), Barrie sembra evidenziare il suo instancabile desiderio di proporsi come un surrogato paterno insieme all’esercizio dell’immaginazione raccontando di un amicizia tra un adulto e un bambino, il Capitano W., un eccentrico militare scapolo alter ego di sè e David, il figlio di una vicina. Il libro ottenne un grande successo di pubblico e di critica e Barrie si ritrovò durante le sue rituali passeggiate al parco a essere fermato da avventori curiosi di sapere l’esatta posizione dei rifugi delle fate, o, ancor peggio, da mamme desiderose di presentargli i figli, casomai decidesse di renderli protagonisti delle prossime commedie.
Per quanto possa rimanere dubbia la messa in atto di un comportamento pedofilo rimane più probabile un sentimento pedofilo come dimostrato da un biglietto per l’ottavo compleanno di Michael in cui Barrie scrive: “Sono molto preso da te, ma non dirlo a nessuno”.
Poco prima di morire appuntò su un taccuino la seguente frase: “Che Dio maledica chiunque scriva una mia biografia”. Probabilmente ebbe la sensazione di nascondere un lato profondamente oscuro di sé, nonostante l’atteggiamento gentile e la sua generosità, visto che cedette i diritti d’autore per Peter Pan a un Ospedale per bambini di Londra. Ma per Piers Dudgeon, autore di Neverland (il lato oscuro di Peter Pan), Barrie era un ometto impotente che cercò di crearsi la famiglia che non poteva avere, manipolando cinque fratelli e i loro genitori: i bambini Llewelyn Davies.
Peter Pan, dunque, rappresenta la personalità scissa investita dalle parti proiettate violentemente dall’adulto sul bambino. E alla fine è così difficile vivere nel Mondo-che-c’è che occorre costruire una fantasia allucinata ben congegnata.
Il romanzo, per James Barrie, è il come se schizoide nato dalla necessità di dare una risposta alla sua storia traumatica. L’autore non vivrà mai la sua vita fino in fondo, uccise perfino la sua Adultità. Si limiterà a offrirsi come compagno di giochi o consolatore per bambini soli e senza cuore, deprivati della loro affettività.
Barrie riuscì forse a salvare la madre dalla depressione più nera, ma non riuscì a salvare se stesso. Non riuscirà mai ad amare; in particolare non riuscirà ad amare la sua sposa e a desiderare di avere figli propri. Opterà piuttosto per il distacco emotivo dalla moglie. Preferirà sublimare il suo amore matrimoniale concentrando i suoi interessi verso una giovane madre vedova con cinque figli.
Così Peter Pan, il bambino-folletto, cresce tra le Fate nei Giardini di Kensington e, nella sua dannazione, cercherà la madre per sempre. Peter scappato di casa precocemente fantastica a lungo di tornare a casa, di ritrovare la finestra lasciata aperta dalla madre, ma in realtà, vi troverà una finestra chiusa e dentro casa nel suo letto ci sarà un altro bambino.
Nella prima versione di Barrie, Peter Pan è selvaggio e, perfino, spietato. Uccide i Bambini Sperduti quando crescono di numero e rapisce le bambine perchè gli facciano da madre.
Peter evidenzia la difficoltà nel confronto con il mondo adulto chiuso e normativo, ma anche il rifiuto della sessualità genitale e della responsabilità familiare cercando in Wendy la madre e negando la possibilità della coppia con lei. Rimane nel circuito persecutorio del non crescere e del combattere ossessivamente il Capitan Uncino.
Nella storia tutti tornano a casa, Wendy, i suoi fratellini e i Bambini Sperduti, tranne Peter Pan che sarà il Bambino Perduto per sempre, incapace di affidarsi a un adulto che lo seducesse alla Vita. Peter Pan è il folletto, sordo al richiamo della vita.
Quando James Matthew Barrie morì, nel 1937 a Londra, venne proclamato il lutto nazionale e arrivarono messaggi da tutto il mondo. Morì vecchio, ma non adulto, e così creò qualcosa di eterno.
Rimane però il suo dono più bello, ovvero un dispositivo mentale salutare da usare con parsimonia per contenere la quota di inquietudine poiché la Salute sta nel disporre di un pò di Isola-che-non-c’è, luogo distopico della Mente in grado di soccorrere il bambino come l’adulto, dove entrare e uscire di volta in volta, in una meravigliosa spola tra Realtà e Immaginazione.
“Quando il primo bambino rise per la prima volta,
la sua risata si sbriciolò in migliaia di frammenti
che si sparpagliarono qua e là.
Fu così che nacquero le fate.”
Sir James Matthew Barrie
BIBLIOTECA TEMATICA
Margaret Ogilvy JAMES BARRIE 1896
The Man who was Peter PanALLAN KNEE 1998
Capivated: Barrie, du Mauriers and the dark side of Never Never Land PIERS DUDGEON 2009
James Matthew Barrie. L’Ombra di Peter Pan GIOVANNA MOCHI 2017
CINETECA TEMATICA
Peter Pan PAUL HOGAN 2003
Neverland MARK FORSTER 2004