MANDALA, CONTEMPLAZIONE E MEDITAZIONE

CIRCOLARITA’ E CENTRATURA NELLA PERSONA

“Ogni cosa che fa il Potere del Mondo è fatta in cerchio.
La volta del cielo è rotonda, e ho sentito che la terra è rotonda come una palla, e così sono tutte le stelle.
Il vento, al massimo del suo potere, gira vorticosamente.
Gli uccelli fanno il nido in forma circolare perché la loro è la nostra stessa religione.
Il sole sale e scende lungo il cerchio. La Luna fa lo stesso ed entrambi sono rotondi.
Anche le stagioni formano un grande cerchio nel loro trasmutare e sempre ritornano laddove furono.
La vita di ogni uomo è un cerchio dalla fanciullezza e così è ogni cosa ove si muove il potere.
I nostri tepee sono rotondi come i nidi degli uccelli, e codesti furono sempre disposti incerchio,
il cerchio della nazione, un nido di molti nidi dove Il Grande Spirito significò per noi covare i nostribambini”
Alce Nero, Lakota Sioux, America del Nord

 

Molte Psicoterapie, come la Terapia della Gestalt, insistono sull’importanza di scavarsi dentro, di accedere all’Interiorità, di abbandonare la Maschera e raggiungere il proprio Centro.
 
Ma ancor prima del Centro occorrerebbe cercare il Cerchio. Il Cerchio così come la Spirale è una figura antichissima attestata dai graffiti rupestri e dalle innumerevoli valenze. Ripropone il senso del Tempo, del Ciclo della Luce e del Buio, del Moto perpetuo. E’ una figura basica, potente e perfetta. Indica la Sostanza primordiale e l’Area Sacra. Rimanda ad antichi culti solari.
 
Nella tradizione cinese lo Yin e lo Yang sono iscritti nel cerchio. Per Leonardo la figura umana si iscrive perfettamente all’interno di un cerchio. Le danze antiche procedevano circolarmente. I Dervisci ruotano su sé stessi alla ricerca dell’estasi. Nei Miti il guerriero tracciava spesso un cerchio a terra intorno al proprio corpo prima di combattere.Nei primitivi riti di guarigione impregnati di spiritualità il malato era posto all’interno di un cerchio magico tracciato sulla sabbia perchè potesse ritrovare centro ed equilibrio.
 
Dunque molte cose umane emotivamente rilevanti hanno a che fare innanzitutto con la circolarità e solo successivamente con la centratura, sicchè si deve poter quadrare il cerchio, chiudere il cerchio.
 
Il Mandala è una raffigurazione complessa e densa fortemente simmetrica che include cerchi e quadrati in qualità di insiemi dinamici che creano tensione e infine stabilità. Originariamente apparteneva alla cultura vedica, ma strutture mandaliche sono apparse in molte religioni. Per i buddisti rappresentava un tempio ideale, la casa e il proprio sè la cui contemplazione consentiva la liberazione dalla materia. Si pensi ai rosoni delle cattedrali gotiche cristiane con le loro spinte verso la totalità e l’ordine interiore, che raccolgono superbamente la luce all’interno.
 
Le città antiche erano basate su cerchio e quadrato. Plutarco parlò della fondazione di Roma come di un cerchio tracciato da un aratro attorno a un punto e nello stesso tempo Roma è urbs quadrata.
 
Il Mandala con le sue circolarità multiple, i suoi colori e forme ricrea il Mondo e sviluppa un forte fulcro attrattivo, luminoso ed energetico. Serve per raggiungere il proprio Centro con la consapevolezza della Periferia. In qualità di modello di Ordine sviluppa Calma.
 
Il Mandala è un Campo di forze vibrazionale. E’ un Microcosmo perfetto che rimanda a un Macrocosmo ancora più perfetto. Integra la dimensione materiale a quella immateriale. In passato intendeva ricongiungere l’Uomo al suo Creatore.
In tal senso è definito uno Psicocosmogramma, una quadratura circuli che integra Cosmo e Psiche. E’ epifanico e allude alla Rinascita.
 
Jung disegnò il suo primo Mandala nel 1916, a 41 anni partendo da un semplice cerchio. Da quel momento non smise più: ogni mattina tracciava un cerchio sul suo taccuino percependo di essere attratto dal suo centro e monitorando il grado di simmetria come indicatore di benessere.
C’è una forza centrifuga che spinge l’uomo a sperimentarsi all’esterno e una forza centripeta che lo spinge verso il centro in un processo reiterativo che porta alla meditazione.
 
Era convinto che in periodi di tensione psichica o anche durante una Psicoterapia allorquando aumenta il Caos, nei sogni potessero apparire configurazioni mandaliche allo scopo di realizzare un possibile riequilibrio. L’immagine funziona come un magico solco capace di contenere e proteggere evitando la dispersione.
Nella sua pratica clinica osservò che in molti disegni tratti dai sogni dei suoi pazienti comparivano tratti ispirati ai Mandala che rimandavano al tema del Centro. Ciò risponde al bisogno di individuazione in contrapposizione al Collettivo.
 
Oggi intorno all’idea del Mandala è sorto un approccio organizzato denominato Mandalaterapia che include molte pratiche.
Per quanto mi riguarda può essere un preziosissimo strumento per avviare e stabilizzare uno stato di coscienza non ordinario. Agevola l’induzione ipnotica e avvia la Ricerca interiore. Prima di avviare una sessione di Contemplazione è bene sedersi accanto al proprio fuoco, sentire la rabbia, il bruciante e tutto ciò che sviluppa disagio fino a depotenziarlo.
 
Nella Psicoterapia moderna che accoglie e integra più strumenti, specialmente quelli in grado di depotenziare la Mente Razionale, il Mandala è un’opera fruibile a pieno, già a partire dall’esposizione visiva dei pazienti, per quanto se ne apprezzi un buon giovamento nel disegno e nella colorazione per gli effetti armonizzanti che ha sulle conflittualità interiori. Laddove ben applicato il Colore è uno dei migliori traduttori emotivi.
L’interno di uno Studio di Psicoterapia concepito come un espositore intelligente e modello per molte attività umane può accogliere un’opera mandalica già fatta di dimensioni generose e occupare un’intera parete sicchè diventi un vero centro energetico.
 
Porsi davanti a un Mandala in silenzio e stare seduti su una seduta che potrebbe essere variamente uno sgabello, una panca, una sedia o una poltrona produce aspettativa di qualità, una forma di attesa attiva che rimanda a un evento. Jung diceva che il solo sostenere l’attenzione profonda e intensa davanti a una immagine finisce per ingravidarla.
 
Lo scopo è, per lo meno, un certo svuotamento della Mente, sicchè i cattivi pensieri, i corvi neri di Van Gogh defluiscano da sé.
Si può iniziare fissando il centro del Mandala, respirando lentamente e qualificando la propria concentrazione. Successivamente sarà possibile immaginare una discesa dentro di sé, in un viaggio del Profondo, guidati da un flusso di corrente che coinvolga progressivamente più punti del corpo, nell’ampia disamina dello spazio corporeo.
 
Si potrebbe perfino giungere all’Illuminazione, condizione mentale assai alta, ma si tratterebbe di un ulteriore straordinario, quell’Ultra che cerchiamo tutta la vita, ma non è detto che raggiungiamo.
 
Io ho scelto un’opera artigianale di Cat Coquilette, illustratrice e designer americana, Mint and Gold. La fattura a mano restituisce all’opera la massima autenticità così che diventi un prodotto umano per eccellenza. Se in fase di realizzazione ha già coinvolto in toto il suo autore in quanto essere umano, può coinvolgere altri esseri umani e prenderli nel migliore viaggio possibile, quello interiore.